SANCTA SANCTORUM

Solo exhibition 

I am delighted to announce my solo show SANCTA SANCTORUM, in the evocative spaces of the crypt of San Jacopo in Acquaviva in Leghorn, curated by Jacopo Suggi.

The exhibition will be open from 27 June to 13 July 2025 and aims to propose a reinterpretation of sacred art in contemporary times. The project is sponsored by the Municipality of Leghorn, the Combat Prize and the gallery Mondoromulo Contemporary Art in Castelvenere (BN).

The press release of the exhibition:

Per il terzo anno consecutivo, il comitato “il Gioiello dimenticato” rinnova l’appuntamento con l’arte contemporanea nella suggestiva Cripta di San Jacopo ad Acquaviva, uno spazio millenario che si conferma luogo privilegiato di dialogo tra tempo, spiritualità e linguaggi artistici.

Protagonista dell’edizione 2025 è Jacopo Dimastrogiovanni, artista livornese di nascita e trentino d’adozione, tra le voci più interessanti della pittura italiana contemporanea. Finalista di premi di rilievo nazionale e internazionale – come il Premio Combat, l’Arte Laguna Prize e l’Exibart Prize – ha esposto in sedi prestigiose, dal MART di Rovereto al St. James Cavalier Centre di La Valletta (Malta), fino alla Mondoromulo Arte Contemporanea di Castelvenere (BN).

La mostra Sancta Sanctorum, a cura dello storico dell’arte Jacopo Suggi, raccoglie opere che riflettono sull’antico, come la serie Iniuria, un ciclo avviato nel 2015 in seguito al clamoroso furto di diciassette capolavori al Museo di Castelvecchio di Verona. Dimastrogiovanni reagì allora con un gesto pittorico radicale: deformare le immagini, denunciare la ferita, interrogare il valore stesso delle opere trafugate. Da quell’episodio è nata una ricerca che prosegue tutt’oggi: attraverso una pittura virtuosamente deformata, l’artista conduce un’indagine sullo svuotamento simbolico e sul cambiamento di senso dell’arte sacra nella contemporaneità, mettendo in discussione i concetti di sacralità, conservazione e memoria.

Le opere dialogano con gli spazi dell’antica cripta e con i manufatti ivi custoditi, generando un confronto profondo tra passato e presente, tra culto e cultura, tra ciò che è visibile e ciò che è scomparso nel tempo.

In mostra anche un’opera inedita: una personale rielaborazione dell’Immacolata Concezione di Alessandro Gherardini, un tempo conservata nella villa Huygens nella Valle Benedetta, oggi relegata nei depositi della Galleria degli Uffizi. Un gesto forte, quasi una preghiera laica, che pone al centro il tema dell’invisibilità del patrimonio e della responsabilità pubblica nella sua fruizione.

Il ritorno dell’artista a Livorno assume così il tono di un omaggio alla città d’origine e alla sua storia, ma anche un invito a guardare con occhi nuovi ciò che del passato rischia di essere dimenticato.